Casa di bambola
Del dottore?
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Elena! Elena, spegnete il lume del pianerottolo.
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Col pensiero di quel moribondo, del tuo amico?
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Grazie del tuo perdono.
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Che silenzioso e dolce nido il nostro, Nora! Qui tu sei al sicuro: io ti terrò come una colomba, sana e salva dagli artigli del nibbio! Io saprò
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Son già otto anni, anche più, contando dal giorno del nostro primo incontro, e non abbiamo mai scambiato una parola seria sopra un grave soggetto.
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Che strano modo di esprimersi per parlare del nostro matrimonio!
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risparmiare un'afflizione al vecchio padre morente o di salvare la vita del proprio marito. È un'assurdità.
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Sempre questa leggerezza! Mettiamo il caso ch'io tolga in prestito mille corone, che tu le spenda durante le feste natalizie, e che alla viglia del
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Mio Dio, si capisce che ci siano molte spese da fare in una famiglia all'avvicinarsi del Natale.
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E non ho più resistito a rimanere laggiù, in quell'angolo quasi fuor del mondo. Qui dev'esser più facile assorbirsi in qualche occupazione, distrarsi
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provvedere a se stessi: bisogna vivere! E si diventa egoisti. Debbo dirtelo? Mentre tu mi mettevi a parte del buon andamento dei vostri affari, io me
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Ti ho già parlato del nostro viaggio in Italia. Torvaldo sarebbe morto, se non avesse potuto andare nel mezzogiorno.
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Perchè una donna maritata non può fare un imprestito senza il consenso del marito.
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Non doveva saperlo. Non hai capito che egli doveva ignorare la gravezza del suo stato? A me soltanto i medici avevano detto che la vita di lui era in
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Eh via! Questo giorno non spunterà mai! Che ne dici, Cristina, del mio gran segreto? Son buona anch'io a qualche cosa? Oh credimi; quest'affare mi ha
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Naturalmente. Ed era giusto. Ogni volta che Torvaldo mi dava del danaro pei miei abiti, ne spendevo la metà: compravo le stoffe più a buon mercato
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Oh Dio! Non capisci dunque? Il vecchio signore non esisteva; ma ogni volta che non sapevo in che modo procurarmi del denaro, ogni volta mi sentivo
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Ed ha l'abitudine del lavoro di banco?
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svestirli io stessa. Lasciami fare: mi diverte. Va di là intanto; sei gelata. C'è del caffè caldo in cucina.
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Oggi? Ma non siamo ancora al primo del mese.
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Oh! è inutile finger d'ignorare. Capisco benissimo che la sua amica non ami d'incontrarsi con me. Ora so, ora so a chi debbo la perdita del mio posto.
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Si rammenta, per caso, la data della morte di suo padre? In qual giorno del mese?
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Non era possibile. Papà trovavasi gravemente malato. Chiedendogli del denaro, dovevo spiegargli perchè mi serviva: e, nel suo stato, non potevo
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Più frequentemente opera la loro influenza; anche quella del padre s'intende. Gli avvocati lo sanno bene. E con tutto questo, Krogstad, avvocato, per
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Lo aggiusteremo in pochi minuti. Soltanto la guarnizione è, qua e là, staccata. Dammi del refe e un ago! Ah, qui c'è tutto.
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Ieri più del solito. È colpito, poverino, da una terribile malattia al midollo spinale. Il padre era un cosaccio, donnaiolo e peggio. Per questo suo
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A parecchie cose. Ieri mi parlasti di un tuo ricco adoratore che doveva procurarti del denaro.
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Dammi retta, Nora. Per certe cose, tu sei ancora una bambina: io che ho più anni e più esperienza di te, ti darò un consiglio a proposito del dottor
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Nè mi verrebbe mai l' idea di chiedere denaro a lui. Del resto son sicura che se glielo chiedessi...
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venisse a sapere che la moglie del nuovo direttore l'ha fatto cambiar di parere....
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leggera e che poi, più tardi, spesso, ci mettono in imbarazzo. Insomma, noi ci diamo del tu. E costui ha così poco tatto, che ne fa quasi pompa innanzi
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aver paura d'uno strascina-faccende rovinato? Eppure te la perdono, perchè è segno del grande amore che mi porti.
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Di chi mai? Perchè mentire a me stesso? Io sono il più misero di tutti i miei malati, cara signora. Oggi ho fatto un esame generale del mio stato
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(portendo le mani su le spalle del dottore).
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della gravità, del suo operato.
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No, mio marito non dovrà avere codesta lettera. La strappi. Avrò del denaro....
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Lo farà. Lo conosco bene. Non oserà rifiutare. Avuto quel posto, lei vedrà. Prima di un anno sarò la mano diretta del direttore; anzi il direttore
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(aprendo a spiraglio la porta del vestibolo e tendendo l'orecchio).
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(esce frettolosamente dalla porta del vestibolo).
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(Si dirige alla porta del vestibolo).
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musica da ballo del piano di sopra.
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Non potevo riceverla a casa mia. Non ho l'entrata libera. Venga; saremo soli. Gli Helmer sono al ballo dei pigionali del secondo piano....
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Grazie, Cristina! Grazie! Ora si tratta di redimermi agli occhi del mondo! E mi redimerò. Ah!... mi dimenticavo...
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fede nel buon fondo del vostro cuore, Krogstad. Con voi non avrò paura di niente.
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Sì: va da sè. Attendo che Helmer ritorni e gli dico che voglio riavere la mia lettera, che essa tratta del mio congedo, e che è inutile leggerla.
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(passando all'altro lato del tavolino).
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E dobbiamo rallegrarci del risultato?
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(Li saluta con un cenno del capo ed esce).
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A lei? Via, giacchè lo vuole: Buon sonno! E grazie del fuoco.
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Accademia della crusca
